
Quando stiamo male diventiamo egocentrici, tutto ruota attorno a noi e non riusciamo ad accettare che tutto ha un tempo che non dipende da noi.
Le filosofie orientali sono molto più brave delle nostre a insegnarci ad attendere, a tollerare la frustrazione e i cicli e i tempi della natura.
Il malessere ci fa diventare bambini piccoli, viziati, bisognosi di un soccorritore che ci salvi e ci rassicuri.
In cuor nostro sappiamo che non è possibile, che non possiamo "medicare" qualcosa che abbiamo creato in anni o decenni, ma nonostante questo una parte di noi punta i piedi e non fa altro che peggiorare il nostro malessere, che sia fisico o emotivo (come se ci fosse una vera differenza tra questi due "mali").
In tanti anni di lavoro e quasi 50 di vita ho capito molto chiaramente una cosa; che la possibilità di stare bene è direttamente proporzionale alla nostra capacità di affidarci e di NON opporsi al cambiamento.
Cerchiamo di curare qualcosa con lo stesso pensiero che ha generato quel problema, ma ovviamente non è minimamente possibile. Per poter cambiare le cose dobbiamo concederci di mollare il nostro ego e FARE le cose in modo diverso, di vedere noi e il nostro modo di vivere sotto altri occhi, NON più i nostri, ma quelli di qualcuno che ci guarda da fuori e che vede quante bugie e ripetizioni facciamo nelle nostre azioni.
Il tempo di guarigione è direttamente proporzionale alla capacità di fidarci, di mollare...fisicamente, emotivamente.
Se vuoi, puoi trovare un mio video su questo tema a questo link:
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